Daltonismo - Debolezza di percezione rosso-verde in dettaglio

Quando si parla di daltonismo si rischia di incappare in una serie di luoghi comuni o definizioni poco precise. La definizione scientifica più nota di daltonismo (discromatopsia) identifica un deficit nella percezione della colorazione distintiva tra luci di lunghezze d'onda specifiche: le persone daltoniche sono affette da una  anomalia della visione, più diffusamente nelle tonalità rosso-verde, per cui faranno fatica a distinguerli. Non  molti sono consapevoli che il daltonismo influenza circa 300 milioni di persone nel mondo e consiste in un'incapacità ereditaria, di distinguere efficacemente una o più tonalità di colore. Il fenomeno è più frequente di quanto si pensi: la popolazione maggiormente colpita è quella maschile (1 maschio su 12, ovvero l'8% della popolazione mondiale) rispetto a quella femminile (1 su 200 femmine).

Il daltonismo in Italia colpisce circa tre milioni di persone, ed è quindi importante approfondire la tematica, per scoprirne le sfaccettature uniche. È fondamentale sottolineare che il daltonismo è una condizione che non altera in modo radicale la vita delle persone, ma può  incidere considerevolmente sulla percezione cromatica. Specificamente, le persone colpite da una forma grave di daltonismo riescono a distinguere circa 20 tonalità di colore, mentre le persone con abilità di percezione cromatica completa ne possono distinguere più di 100.

Purtroppo, sono tante le difficoltà che una persona affetta da daltonismo deve affrontare quotidianamente, ad esempio fare la spesa, lavorare con grafici e tabelle, praticare sport e guidare possono diventare azioni complesse e difficoltose. La maggior parte dei daltonici sperimenta problemi nel vestirsi e nello scegliere i colori giusti, specialemente se devono abbinare colori diversi tra loro. Curiosamente, per alcuni daltonici può essere difficoltoso determinare se una banana sia matura o meno. Scopriamo subito perché!

Cosa dovresti sapere sul daltonismo

  • Perché “daltonismo”? Il termine deriva dal nome del ricercatore britannico John Dalton, affetto in prima persona  da una confusione visiva delle tonalità del colore rosso-verde (chiamata deuteranopia). John Dalton fu il primo studioso che descrisse, nel 1794, il disturbo della visione nel famoso articolo “Fatti straordinari legati alla visione dei colori”. John Dalton riteneva che la sua difficoltà nel percepire i colori fosse dovuta alla presenza di un fluido colorato che si incontrava all’interno del suo bulbo oculare.
  • Incidenza numerica: circa il 95% dei daltonici è di genere maschile, e in particolare la vasta maggioranza del gruppo, è affetta da discromatopsia rosso-verde o, più precisamente, da deuteranopia. Un gruppo numericamente più ridotto (meno del 10%) è affetto da tritanopia, ovvero confonde i colori giallo-blu.
  • Origine: la causa è principalmente genetica e si manifesta come difetto congenito, in un funzionamento parziale delle cellule fotosensibili dell’occhio (aspetto che talvolta arriva a causare malattie della retina o traumi del nervo ottico). Viene trasmessa dalla madre ai figli maschi, ed è più comune tra i maschi Caucasici di discendenza Nord Europea. Sebbene non ci siano studi approfonditi che dimostrino se l’etnia influisca sul daltonismo, si registra una minore incidenza nelle popolazioni Africane o di discendenza Africana.
  • I sintomi del daltonismo possono essere sia  lievi che gravi. Molte persone convivono sintomi così lievi da non rendersi conto di avere una carenza nella percezione del colore o di non vedere bene i colori. A volte i genitori notano un problema nella percezione cromatica solo quando il bambino sta imparando i colori. I sintomi includono: difficoltà a vedere i colori e la loro luminosità, non essere in grado di distinguere tra diverse tonalità dello stesso colore o tra colori simili tra loro. Ciò avviene principalmente tra le tonalità’ del rosso e del verde o tra il blu e il giallo. È importante sottolineare, che ad eccezione di quando il daltonismo si presenta nella forma più grave, non si rilevano impatti limitanti sull'acuità visiva.
  • Vedere tutto nei toni del grigio, o non vedere alcun colore, è una condizione definita acromatopsia. Si presenta molto raramente ed è spesso associata ad altre patologie (ambliopia, occhio pigro, nistagmo, sensibilità alla luce, visione scadente).
  • Patenti: i daltonici possono guidare in Europa! In alcuni Paesi però la patente di guida non viene concessa ai daltonici. Nonostante ci sia ancora molto lavoro nella direzione di portare maggiore chiarezza a livello normativo (generalmente vengono approvate le patenti non lavorative), secondo il regolamento del Codice della Strada Italiano, i daltonici devono superare un test per poter ottenere e/o rinnovare la patente.

Cos’è il daltonismo

Il daltonismo dipende da una mutazione recessiva (allele) riscontrata nel cromosoma X, elemento che rende gli individui di sesso maschile più inclini a manifestare il disturbo alla nascita. In alcuni casi, che rappresentano la minoranza, il daltonismo può essere legato a malattie come il glaucoma, la cataratta, l'Alzheimer, il Parkinson, la neuropatia ottica di Leber o la sindrome di Kallman che aumenta il rischio di sviluppare questo problema in età adulta. Il daltonismo può anche essere causato da un trauma, una malattia vascolare, o dagli effetti tossici di qualche medicina/sostanza chimica. Esistono vari gradi di daltonismo, infatti alcune persone convivono con una lieve alterazione del colore e rilevano i colori normalmente con una buona illuminazione, ma hanno difficoltà in condizioni di scarsa illuminazione. Altri, invece, non sono in grado di distinguere determinati colori in nessun tipo di luce. La forma più grave di daltonismo, in cui tutto è visto in diverse tonalità di grigio, è davvero rara. Il daltonismo di solito colpisce entrambi gli occhi allo stesso modo e rimane stabile per tutta la vita.

Test per il Daltonismo: come funziona

Il test diagnostico per il daltonismo viene eseguito utilizzando le tavole di Ishihara, create nel 1917 dall’omonimo medico giapponese, docente presso l’Università di Tokyo. Il test più utilizzato consiste nel somministrare la visione di 38 tavole numeriche in sequenza. Sono chiamate tavole pseudo-isocromatiche in quanto i numeri e lo sfondo si confondono quasi tra di loro. 

Paradossalmente, il test di Ishihara non è affidabile al 100%, in quanto anche persone senza anomalie visive dello spettro dei colori non riescono a superarlo senza incorrere in qualche errore!

Per approfondire e rilevare la specifica forma di daltonismo, viene utilizzato il test di Farnsworth-Munsell, volto a testare in maniera più precisa la percezione dei colori. Il test consiste nell’ordinare in sequenza, secondo la corretta successione cromatica, una serie di tessere o caselle colorate (di solito sono 100 divise in quattro gruppi da 25) con la stessa luminosità e saturazione di colore.

Sebbene al giorno d’oggi esistono persino dei software, scaricabili su tablet o smartphone, che consentono una prima valutazione del daltonismo, va precisato che una diagnosi certa è possibile solo a seguito di una visita oculistica accurata con somministrazione dei test citati.

Esistono numerose app gratuite per iPhone e dispositivi Android, come Color Blind Pal#SeeColors e Color Name AR che aiutano a decifrare cromaticamente gli oggetti semplicemente inquadrandoli con lo smartphone. Aiutano a semplificare gli sforzi di chi lavora con grafici e tabelle, e consentono di rimodulare la palette dei colori del telefono o della smart Tv.

Daltonismo e genetica

Come abbiamo già sottolineato, nella maggior parte dei casi, il daltonismo ha un'origine genetica, e di conseguenza è presente sin dalla nascita. La causa principale del disturbo della visione è conseguente all'alterazione dei geni responsabili della produzione dei pigmenti dei coni oculari, che viene determinata da un gene recessivo codificato nel cromosoma X. Perché un maschio sia daltonico, quindi, dovrà ereditare un cromosoma X contenente tale alterazione. Tuttavia, poiché una donna sia daltonica, dovrebbe avere ogni cromosoma X con questo gene: se si considera che le donne hanno un cromosoma X "di riserva" nel loro corredo genetico,  ecco svelato il motivo per cui il daltonismo le colpisce meno frequentemente. Se una donna è daltonica nella variante rosso- verde (aspetto piuttosto raro, che sarebbe legato alla mutazione genetica di entrambi i cromosomi X) tutti i suoi figli maschi saranno daltonici. Il gene del daltonismo è portato dalla madre anche se loro stesse non sono affette da questa patologia, quindi i padri non possono trasmettere il daltonismo ai figli maschi!

Nella retina ci sono due tipi di cellule sensibili alle onde luminose, chiamate coni e bastoncelli: hanno la caratteristica di rimodulare l’impulso luminoso che raggiunge il fondo oculare, e trasformarlo in dati che vengono trasmessi al cervello. I bastoncelli rilevano esclusivamente la luce e l’oscurità e sono molto sensibili alla luce a bassa intensità. I coni invece, sono determinanti nel rilevare i colori e sono collocati in prossimità del centro della visione. Esistono tre tipi di coni: alcuni  sono specializzati nella rilevazione del rosso, altri percepiscono il verde  e altri ancora il blu. Il nostro cervello, proprio come un sofisticatissimo computer, si avvale dei dati informativi inviati tramite i coni per decidere la colorazione che percepiamo: il daltonismo può conseguentemente manifestarsi quando uno o più tipi di coni sono assenti,  non funzionano o percepiscono una tonalità di colore in maniera  differente. In parole povere, quindi, il loro lavoro  “di squadra” consente di percepire le diverse tonalità di colore: in base al tipo di cellule che  non funzionano correttamente, possono esserci  diversi tipi e stadi unici di daltonismo. Quando tutti e tre i tipi di coni sono assenti, si verifica una grave incapacità di distinguere i colori. Nel caso in cui siano presenti tutti e tre i tipi di coni, ma ad esempio uno di essi non funziona bene, si manifesta una percezione alterata dei colori.

Domande frequenti:

Come vedono i daltonici?

Per avere un'idea di come vedono i daltonici, usiamo l'esempio di una pizza margherita. L'occhio di una persona che percepisce tutte le tonalità di colore riesce a cogliere il rosso del pomodoro, il bianco della mozzarella, il colore verde del basilico e la colorazione rosata della crosta,  con macchie scure sul bordo. Chi è affetto da protanopia (insensibilità al rosso) percepisce una colorazione  dell’immagine più scura e meno calda, in cui il pomodoro è verde. Anche le persone colpite da  deuteranopia (insensibilità al verde) vedono il pomodoro di colore verde, tuttavia la percezione dell’immagine è più chiara e calda. Infine chi soffre di tritanopia (confusione delle tonalità giallo-blu), vede una pizza quasi "normale", ma la percezione dell’immagine è decisamente più fredda!

I sensibilissimi fotorecettori presenti nella retina sono  determinanti nella visione dei colori e reagiscono ai differenti spettri di colore o lunghezze d'onda grazie alle loro diverse molecole chimiche. Ad esempio, i coni L (grandi) reagiscono alle onde lunghe (luce rossa), i coni M (medi)  rispondono a lunghezze d'onda medio-lunghe di colore verde,  e i coni S (corti)  rispondono a lunghezze d'onda brevi  di colore blu). I coni non sono strettamente separati gli uni dagli altri: in realtà si sovrappongono  e lavorano insieme nelle loro aree di confine sulla retina.

Un deficit nella percezione del colore rosso-verde è, quindi, causato dalla compresenza di due problemi di visione del colore: debolezza visiva nella tonalità del rosso (protanomalia)  e deficit  visivo del colore verde (deuteranomalia). Nel caso in cui sia presente una disabilità percettiva del colore rosso, le persone con daltonismo congenito vedono tutta la gamma dei colori rossi in maniera meno brillante, in qualità più scadente, al punto di non riuscire a distinguere il rosso dal verde. Quando invece il daltonismo riguarda un deficit visivo del colore verde, avviene esattamente l’opposto. In entrambi i casi, come già spiegato, ciò è causato dalle malformazioni genetiche delle cellule visive nella retina.

Esiste una cura per il daltonismo?

Nonostante la risposta a questa domanda sia “no” (non esistono cure per il daltonismo!), fortunatamente esistono delle soluzioni molto importanti, che aiutano notevolmente a migliorare la qualità della vita e della vista  dei daltonici.  Esistono in commercio delle  lenti  speciali correttive che funzionano in modo  simile ai comuni occhiali da vista,  e  consentono una migliorata percezione dei colori. Negli ultimi anni si sta  persino studiando una tecnica operatoria mininvasiva volta a correggere questo difetto visivo, che consiste nell’iniettare nell’occhio un preparato  che contiene il gene sano. Staremo quindi a vedere se una cura sarà disponibile nel prossimo futuro.

Gli occhiali per il daltonismo sono utili?

Gli occhiali per daltonici offrono la possibilità di rendere chiare e nitide sfumature di colore, addirittura non percettibili o distinguibili senza di essi. Negli ultimi 25 anni la ricerca tecnico-scientifica ha permesso lo sviluppo e la realizzazione di occhiali speciali per daltonismo in grado di filtrare specifiche lunghezze d’onda della luce correggere l’alterata percezione cromatica. Grazie a questo nuovo tipo di occhiali, i colori possono essere percepiti nuovamente, e sebbene la visione degli interni non sia ideale a causa delle condizioni di oscuramento della luce, la rinnovata percezione dei colori rappresenta per molte persone un’autentica rivoluzione.

Gli occhiali per daltonici possono essere offerti insieme agli occhiali da vista. È possibile persino indossare lenti a contatto o modelli clip-on insieme agli occhiali per daltonici. Tali occhiali sono offerti con diversi nomi commerciali (per citarne alcuni "EnChroma" o "Colordrop"). L'effetto della "visione colorata" si basa sulla produzione tecnologica degli occhiali e dei loro rivestimenti. Esteriormente ricordano gli occhiali da sole, ma gli strati delle lenti sono più resistenti. Il principio è che sono stati applicati circa 100 strati più sottili, ognuno dei quali riflette solo una certa lunghezza d'onda.

Se una persona ha una debolezza nella percezione del colore rosso-verde, percepisce il rosso e il verde come lo stesso colore. Ad esempio, gli occhiali sviluppati da Colordrop, svolgono il loro compito filtrando il colore interferente per lunghezza d'onda. In pratica gli occhiali per daltonici separano le lunghezze d'onda in modo che il cervello, in quanto elaboratore di queste informazioni, venga addestrato a percepire effettivamente i segnali luminosi filtrati in questo modo come colori. L’ effetto dell’ “allenamento” può persistere anche dopo aver tolto gli occhiali.in this way as colors . This tr

Tipi di daltonismo

Approfondiamo le diverse varianti nei modi di percepire il colore: 

  • Deuteranopia e deuteranomalia/teranomalia

Chi è affetto da deuteranopia è completamente insensibile alla gamma del colore verde ed una  conseguente confusione col colore rosso, mentre le persone affette da deuteranomalia (o teranomalia) presentano soltanto una ridotta o insufficiente sensibilità al colore verde.

  • Protanopia e protanomalia

Con protanopia si definisce la condizione di chi è completamente insensibile alla gamma del colore rosso. È definita protanomalia, la condizione di insufficiente sensibilità alla gamma del colore rosso.

  • Tritanopia e tritanomalia

Chi è affetto da tritanopia, come già accennato, presenta una confusione delle tonalità giallo- blu, in quanto è completamente insensibile alla gamma del colore blu. È definita tritanomalia, la condizione di chi presenta soltanto un’insufficiente sensibilità alla gamma del colore blu.

  • Acromatopsia

Le persone affette da acromatopsia presentano sovente una bassa acuità visiva, che accompagna l’incapacità nella distinzione dei colori. Sperimentano quindi una visione monocromatica: vedeno il mondo in bianco e nero, e non riescono a percepire né il rosso, né il giallo, né il verde.

È necessario specificare che la cecità ai colori può manifestarsi anche come conseguenza di malattie o intossicazioni da farmaci o sostanze chimiche (come idrossiclorochina, tirene e solventi organici), e quindi la acromatopsia va distinta dall acromatopsia cerebrale, causata da una una patologia cerebrale che può essere anche acquisita.

Daltonismo nei bambini

Curiosamente la scienza sta cercando di sfatare il mito che i bambini alla nascita vedano in bianco e nero. È certo che appena nati i bambini percepiscano tutto in maniera sfocata, con una visuale del 5% rispetto a quella di un adulto. Inizialmente dunque la visione stereoscopica deve ancora svilupparsi e dopo qualche mese i bimbi potranno vedere a circa 30 centimetri, per poi raggiungere intorno ai 6 mesi la capacità visiva di un adulto. Anche se i bambini acquisiscono la capacità di percepire i colori a partire dai primi mesi di vita, il daltonismo può essere diagnosticato dopo i 3 anni d’età, quando il bambino ha maturato una presa di coscienza dei colori e riesce a identificarli con nomi precisi. 

Il daltonismo è, come abbiamo affermato ripetutamente, una patologia ereditaria che non influisce sulla capacità visiva e non peggiora col passare del tempo (non è progressiva). In generale, i bambini daltonici hanno maggiori difficoltà a percepire i colori poco saturi, e questo ad esempio si manifesterà in una maggiore “fatica” per i bambini daltonici a colorare correttamente i disegni con colori autunnali. Infatti spesso nei disegni a tema autunnale i colori predominanti sono le tonalità scure del verde o del rosso, entrambi tendenti al marrone: tuttavia un daltonico scambia tra di loro questi colori! Se proviamo a fare colorare un albero ad un bambino e si riscontrano difficoltà col verde e col marrone, potrebbe essere il segnale di un problema di daltonismo. 

In sintesi, i bambini daltonici mostrano una notevole difficoltà nella scelta e nell’utilizzo di alcune tonalità, principalemente dei colori secondari. Ci riferiamo, in particolar modo, alle sfumature del viola, del rosso, del verde o del blu. Sottoporre un bambino al test per il daltonismo prematuramente può non fornire risultati soddisfacenti o essere addirittura fuorviante. Per i bambini più piccoli, il test per il daltonismo prevede che i numeri vengano sostituiti da un percorso da seguire o “disegnare” con il dito.

Come per tutte le altre forme di daltonismo, al momento non esiste una cura. Per aiutare i bambini, è necessario innanzitutto informare tutti gli insegnanti del problema. Suggerimento utile: attaccare delle etichette con il nome del colore sulle matite e sistemarle sempre col medesimo ordine!

Lavori che non puoi svolgere se sei daltonico

Purtroppo i daltonici sono talvolta (ancora) vittime di discriminazione lavorativa, a causa del loro deficit visivo congenito. Ad esempio, in occasione di alcuni concorsi pubblici, alle visite mediche, la riscontrata anomalia nella percezione di uno o più colori fondamentali può condurre ad una dichiarazione di inabilità al lavoro. In Italia ad esempio, in alcune prove di concorso per ruoli nella Polizia di Stato esistono “test per senso cromatico”, che irrimediabilmente considerano il daltonismo una disabilità. Il daltonismo puo essere considerato elemento limitante e discriminante per coloro che intendono svolgere le prove di concorso per lavorare nell’esercito, diventare, ad esempio, pompiere, macchinisti dei treni, lavorare in pronto soccorso o come elettricista.

Abbiamo in parte già citato la questione spinosa delle patenti di guida: purtroppo in diversi casi oggigiorno le patenti di guida (anche ad uso non professionale) non vengono concesse o rinnovate a causa del daltonismo. Nell’ attesa che vengano ampiamente utilizzati semafori adatti anche a persone affette da daltonismo o tricromia, la considerazione generale é che un daltonico possa incautamente fermarsi al verde (confondendolo con il giallo/rosso, specialmente da lontano) o passare con il rosso. In molte legislazioni l’idoneità alla guida di veicoli a motore è basata su parametri di tipo fisico e mentale, e nella sezione relativa alla vista non si fa esplicita menzione al daltonismo come condizione di disabilità.

Certamente non molti sanno che per un daltonico è complesso lavorare come croupier (a causa dei colori delle fiches) a meno che non si utilizzino le costosissime lenti a contatto per daltonici (gli occhiali per daltonici non sono consentiti ai croupier sul posto di lavoro).

Purtroppo un daltonico non può essere pilota. Un curioso aneddoto che riguarda Paul Newman, e la sua tardiva diagnosi di daltonismo, riporta che terminato il liceo nel 1943 si iscrisse alla Ohio University, e poi si arruolò nell’aviazione della marina americana. Durante le visite mediche ci si accorse del suo daltonismo, e per questo dovette accettare di cambiare il ruolo di pilota (a cui aspirava) con  quello di marconista e mitragliere.

Il Test dei Colori di Luscher

Max Luscher, scomparso da circa cinquant’anni, ha elaborato un test psicologico più volte revisionato, al fine di potere essere utilizzato come strumento scientifico (e nei concorsi per la selezione del  personale della Marina Americana e Ministero dell’Interno Italiano). Assunto alla base della sua ricerca è che i colori sono percezioni sensoriali, vibrazioni elettromagnetiche di frequenza determinata. Sin dalla preistoria il colore ha generato tracce di esperienza sedimentate nel sistema nervoso; per questo l’esposizione a determinati colori (in precise condizioni) è, come afferma la cromoterapia,  in grado di produrre determinate modificazioni. In un certo senso, il colore viene visto in molte modalità:

  • a livello fisico, si tratta di un meccanismo fisiologico uguale per tutti
  • a livello soggettivo, riguarda il preferire o meno un certo colore
  • a livello di sensazione, genera una reazione sia emotiva che fisica (un ambiente di colore chiaro tranquillizza più di uno rosso)

Il test osserva e studia la reazione al colore, che è dunque una risposta complessa  poiché è legata allo stato psicologico e fisico in cui si trova la persona esaminata. Il test dei colori ha una portata rivoluzionaria perché si può effettuare anche con soggetti daltonici e fornisce informazioni circa la reazione istintiva a qualsiasi colore, in termini di contrasto, per qualsiasi soggetto. Le ricerche di molti autori italiani e stranieri su questo test sono concordi nella sua applicabilità a diversi campi, in quanto restituisce alla persona che lo svolge un profilo scritto della propria personalità ed indicazioni pratiche per migliorarne alcuni aspetti. Combinato con la floriterapia di Bach, il test dei colori di Luscher (che analizza la preferenza personale per un colore), fornisce risposte e soluzioni a disagi della sfera emotiva.

Personaggi famosi affetti da daltonismo

Tra i più importanti personaggi affetti da daltonismo citiamo certamente John Dalton che per primo ha compreso che il proprio modo di percepire i colori era differente dagli altri. Grazie a lui fu coniato il termine colourblind per definire la discromatopsia, e la parola daltonico  divenne di uso comune nei paesi francofoni e latini. 

Alcuni pittori come Vincent Van Gogh e Jean Von Roesgen, diventati famosi per il loro uso del colore, erano daltonici. Van Gogh è diventato celebre per il suo uso della luce e dei colori puri, non mescolati, vivaci e forti, come il blu e il giallo. Pare che i daltonici possano percepire meglio i suoi quadri e coglierne la magica bellezza!

Diversi studiosi hanno tentato di individuale di quale anomalia visiva soffrisse Van Gogh, studiando approfonditamente i suoi capolavori. Si ritiene che soffrisse di discromatopsia (difficoltà nella distinzione dei colori) e xantopsia, (disturbo visivo per cui gli oggetti appaiono gialli, causato da tossine). Invece, secondo lo scienziato giapponese Kazunori Asada, Van Gogh era affetto da un deficit dei recettori del colore rosso.

Il pittore lussemburghese Jean Von Roesgen, é internazionalmente apprezzato e riconosciuto per la sua scelta dei colori: blu, giallo e arancione utilizzati generalmente in maniera essenzialmente monocroma e intensa. È curioso notare come Jean Von Roesgen eviti l’utilizzo del rosso e del verde, elemento che rende le sue opere peculiari e di artistica riconoscibilità.

La lista dei personaggi famosi affetti da daltonismo è lunga e sorprendente! Di certo non tutti sanno che Paul Newman, Bill Clinton, Keanu Reeves, Mark Zuckenberg, il Principe William, Christopher Nolan, Mark Twain, Eddie Redmayne, Meat Loaf, Bing Crosby e Rutger Hauer siano tra le persone famose affette da daltonismo.

In Italia, non sono molte le personalità di spicco che hanno dichiarato di essere affette da daltonismo. Tra i pochi citiamo il conduttore televisivo e DJ Amadeus (Amedeo Sebastiani) e il celebre astronomo ottocentesco Giovanni Schiapparelli, famoso per i suoi studi sul pianeta Marte.